Carrara sulla vetta mondiale dell’economica circolare. Non l’ennesimo discorso teorico ma un caso pratico di intrapresa sostenibile e profittevole. Al centro della storia che qui raccontiamo una delle imprese aderenti a Scaglia Bianca: San Colombano Spa, azienda di costruzioni operante sia nel settore privato che in quello delle opere pubbliche e impiega oltre 80 persone. Edoardo Vernazza, giovane presidente del cda dell’azienda, industriale di seconda generazione e co-portavoce di Scaglia Bianca, ha messo a punto un sistema armonico, efficiente e innovativo per soddisfare clienti e fornitori e aiutare il territorio a valorizzare una risorsa che fino ad oggi destava non poche preoccupazioni alla comunità e alle istituzioni.
Messo a punto un sistema armonico, efficiente e innovativo per soddisfare clienti e fornitori e aiutare il territorio a valorizzare una risorsa che fino ad oggi destava non poche preoccupazioni. Il detrito diventa risorsa.
I detriti di cava prodotti dalla lavorazione del marmo vengono prelevati al “monte” (cioè proprio in cava) e trasportati al porto di Marina di Carrara verso la destinazione finale di Vado Ligure, dove serviranno al riempimento della piattaforma multifunzionale del porto di Vado Ligure oggi in realizzazione. La premessa dell’iniziativa di San Colombano era che il settore lapideo e quello delle costruzioni potessero operare in simbiosi favorendo il ricorso a materie prime già disponibili. Ecco uno dei pilastri dell’economica circolare: i detriti della lavorazione di materiali di pregio non vengono dispersi o abbandonati ma vengono valorizzati nuovamente.
San Colombano aveva l’obiettivo di ottimizzare l’uso delle risorse (principio fondamentale di ogni business sostenibile) e quello di attenuare la pressione sull’ambiente. Entrambi i risultati sono stati raggiunti. Applicare i principi dell’economia circolare al settore lapideo e delle costruzioni ha significato, infatti, operare in simbiosi con diverse realtà industriali. San Colombano ha acquistato i detriti da varie imprese estrattive di Carrara. La collaborazione fra attori industriali del territorio si è alimentata tanto della fiducia reciproca quanto dalla leva del prezzo che San Colombano ha saputo azionare sapientemente. I detriti hanno infatti un valore economico che per troppi anni gli industriali hanno ritenuto sottostimato dal mercato. Vernazza ha saputo invece aprire un nuovo business remunerativo per l’intera filiera e utile al territorio, fornendo un ulteriore incentivo a rimuovere in modo ordinato e appunto sostenibile i detriti dal monte.
La collaborazione fra imprese del territorio è stata alimentata sia della fiducia reciproca che dalla leva del prezzo. I detriti hanno infatti un valore economico che per troppi anni gli industriali hanno ritenuto sottostimato dal mercato.
San Colombano non ha trascurato alcun dettaglio. Per raggiungere la destinazione finale i detriti devono percorrere circa 180 chilometri. Di questi solo 17 chilometri vengono percorsi su gomma – grazie a 200 viaggi al giorno delle 8 imprese coinvolte nel trasporto dai bacini marmiferi al terminal della società Dario Perioli a Marina di Carrara. I restanti 163 vengono affrontati via nave. Il trasporto marittimo è come noto, a parità di condizioni, il vettore più sostenibile, perciò l’attenzione alla sostenibilità del trasporto qualifica ulteriormente la circolarità dell’operazione.
I volumi di detriti rimossi dal monte è davvero impressionante: a ritmi di 5-6mila tonnellate al giorno San Colombano ha già spostato 800.000 tonnellate di materiali di risulta in nove mesi. Se si pensa che ogni anno si accumulano a Carrara circa un milione di tonnellate di “terre” di scarto della lavorazione, l’iniziativa di San Colombano, se potenziata e rinnovata, potrebbe essere la risposta che da decenni il distretto lapideo cerca.
Ulteriori plus del progetto sono i meccanismi studiati da San Colombano per la tracciabilità del bene (in questo caso lo scarto che diventa risorsa) e gli alti standard di trasparenza adoperati in tutte le fasi del conferimento dall’emissione del documento di trasporto (tramite codice a barre) al controllo delle tempistiche (in tempo reale e con l’ausilio di foto). Il sistema di tracciabilità messo a punto da San Colombano, nel rispetto delle norme ed in conformità del capitolato concordato con il committente, è integrato con il sistema di pesatura e riconoscimento mezzi già esistente a Carrara. L’azienda ha infatti messo a punto un sistema hardware/software centralizzato e accessibile da remoto per la tracciabilità del materiale (dalla cava al porto) integrato al sistema di pesatura di Miseglia. Il sistema garantisce la provenienza dalle cave qualificate, impedisce i trasportatori non autorizzati e monitora in tempo reale la produttività dei bacini di carico.
Fondamentali sono i meccanismi studiati da San Colombano per la tracciabilità e gli alti standard di trasparenza adoperati in tutte le fasi. Il sistema di tracciabilità è integrato con il sistema di pesatura e riconoscimento mezzi già esistente.
Sempre in tema di tracciabilità, al fine di verificare se i propri sforzi fossero andati nella direzione giusta, San Colombano ha commissionato all’azienda Ambiente Spa un report di circolarità di tutta la fornitura basato sui più alti standard internazionali. L’analisi si è concentrata su 6 fattori specifici: Approccio sistemico, Innovazione, Gestione responsabile, Simbiosi, Ottimizzazione del valore, Trasparenza. Ottenendo un risultato di 85%, che nella scala di valutazione equivale ad eccellente.
Anche la sosta al porto dei mezzi per la pesa degli stessi è stata studiata per limitare al massimo la fase arresto-sosta-ripartenza riducendo l’impatto ambientale (in termini di emissioni in atmosfera di CO2 e particolato) ed eliminando possibili disagi alla viabilità. Il pioneristico progetto porta al territorio enormi benefici economici, ambientali e sociali. Nuovo business sostenibile significa infatti preservare – e possibilmente incrementare – posti di lavoro, significa ottimizzare l’uso delle risorse e attenuare il rischio idrogeologico vuol dire alimentare una filiera basata sulla domanda di materia prima. Il vero successo di questo progetto è stata però la collaborazione tra tutti gli stakeholder: istituzioni, amministrazione comunale e tutte le aziende coinvolte. Non solo vantaggi per le imprese, il progetto infatti ha generato ulteriori introiti per le casse comunali di oltre 600.000 euro di tassa marmi.
Il progetto ha generato ulteriori introiti di tassa marmi per più di 600.000 euro. Senza questa iniziativa 800.000 tonnellate di detriti sarebbero ancora al monte e le casse comunali sarebbero più vuote.
Il 17 maggio 2019 a Marina di Carrara il progetto è stato presentato sotto l’egida della presidente dell’AdSP, Carla Roncallo, coinvolgendo tutti gli attori che hanno collaborato alla perfetta riuscita della pioneristica iniziativa. Per il Comune di Carrara era presente Andrea Raggi, assessore allo Sviluppo economico e all’Economia del mare, la Dario Perioli S.p.A era rappresentata da Michele Giromini, suo amministratore delegato, mentre Confindustria Livorno Massa-Carrara dal suo direttore Umberto Paoletti. Secondo istituzioni e imprese il progetto si è rivelato perfettamente funzionante e rappresenta l’apertura di un canale commerciale importante per il territorio che non si deve bloccare per nessuna ragione. Se l’obiettivo dell’autorità portuale del Mar Ligure Orientale è quello di aumentare i traffici portuali l’iniziativa della San Colombano rappresenta un nuovo traffico interessante in termini di tonnellate movimentate e standard di qualità.
Il progetto è stato presentato il 17 maggio scorso a Marina di Carrara, coinvolgendo tutti gli attori che hanno collaborato alla perfetta riuscita dell’iniziativa: Comune di Carrara, Autorità Portuale del Mar Ligure orientale, Confindustria Livorno Massa-Carrara, Dario Perioli Spa e naturalmente San Colombano Spa.
Infine i riconoscimenti. Lo scorso maggio in occasione del meeting G20 Young Entrepreneurs’ Alliance tenutosi in Giappone il progetto di Edoardo Vernazza è stato applaudito per l’innovatività adottata nei processi, i volumi di materiali movimentati e il numero di attori coinvolti.
Il sistema del marmo di Carrara e le sue imprese più innovative offrono quindi al dibattito economico e ambientale un caso esemplare e di successo di vera economia circolare. Si può quindi fare impresa arricchendo allo stesso tempo il territorio senza pesare sull’ambiente. Sono però necessarie buone idee, disponibilità al confronto e impegno nell’esecuzione dei piani.