Scaglia Bianca, alleanza di imprese di Carrara che estraggono, lavorano e commercializzano il marmo, prende atto dell’esito del monitoraggio sullo stato delle acque superficiali pubblicato da ARPAT lo scorso 31 gennaio.
Già in data 22 novembre avevamo scritto ad ARPAT, chiedendo la pubblicazione di dati completi sullo stato di salute del territorio apuano.
Per quanto da una prima lettura di tale esito si ricavi, apparentemente, un quadro complessivo non esattamente positivo, esaminando la situazione alla luce di tutti i dati di monitoraggio disponibili (tanto, quindi, quelli pubblicati quanto quelli non pubblicati ma presenti nel sito SIRA-ARPAT) sorge il dubbio che il quadro complessivo possa essere diverso da quello rappresentato.
Di seguito, pertanto, vogliamo commentare ciascun valore a partire dai dati di monitoraggio disaggregati.
Anzitutto, per quanto concerne lo Stato Chimico (valutato sulla base dei superamenti in ogni punto di monitoraggio degli standard di concentrazione di alcune sostanze individuate dal Dlgs 175/15) il dato relativo al torrente Carrione al monte è migliorato da “Non buono”, nel triennio 2013-2015, a “Buono”, nel triennio 2016-2018.
È noto che lo Stato Chimico “viene attribuito considerando il peggiore risultato nei tre anni”. Si tratta di un approccio giustamente basato sul principio di precauzione, per cui è meglio evidenziare le criticità che non i punti di forza.
Tuttavia, ciò fornisce un’immagine nel complesso peggiore di quella che forniscono i dati disaggregati. Dati altrettanto validi, in quanto forniti dalla stessa ARPAT, e rappresentativi dell’attuale situazione dei corsi d’acqua.
I dati relativi ai singoli anni mostrano infatti un trend di miglioramento dello Stato Chimico almeno quinquennale (il solo dato negativo relativo al torrente Carrione al monte risale al 2013). Dal 2014 in poi, lo Stato Chimico del Carrione è sempre stato invariabilmente “Buono”.
In secondo luogo, l’esito del monitoraggio relativo allo Stato Ecologico del Carrione la situazione è in miglioramento da un livello Scarso nel triennio 2013-2015 a un livello Sufficiente nel triennio 2016-2018.
Ad un maggiore livello di dettaglio, i dati disaggregati relativi ai quattro parametri che inquadrano lo Stato ecologico e consultabili nel documento “Monitoraggio ambientale dei corpi idrici superficiali: fiumi, laghi, acque di transizione – Stagione 2018” evidenziano che lo Stato Ecologico del torrente Carrione nel triennio di riferimento sia ‘Sufficiente’ solo relativamente alla concentrazione di macroinvertebrati bentonici, mentre risulta essere ‘Elevato’ relativamente alla concentrazione di diatomee, agli indici LimECO e alle Sostanze Pericolose.
Ancora una volta, quindi, l’immagine fornita dall’esito del monitoraggio è peggiore rispetto a quanto evidenziato dagli stessi dati ARPAT in forma disaggregata.
Per quanto concerne, infine, l’Indice di Qualità Morfologica (il grado di alterazione della morfologia di un corso d’acqua rispetto a condizioni “naturali”) l’esito dei monitoraggi ARPAT attribuisce uno stato “Pessimo” alla sezione al monte del torrente Carrione. Tuttavia le motivazioni di tale giudizio sono riconducibili alla realizzazione di strade pubbliche su tracciati di corsi d’acqua, da storiche costruzioni in alveo e dai numerosi ponti, attraversamenti e sponde artificiali realizzati nel corso del tempo. Questioni altre rispetto alle attività estrattive.
Scaglia Bianca, pertanto, intende sottolineare l’importanza di una rappresentazione più completa dei dati e quindi dei fatti, giacché la pubblicazione di dati parziali o aggregati rischierebbe di mostrare a cittadini sensibili ma non “addetti ai lavori” i fenomeni e le correlazioni tra essi in modo diverso da come sono. In particolare desta preoccupazione la possibilità che tali dati, se letti in forma incompleta (peraltro, come si è visto, pessimistica da alcuni media) e non confrontati con altre possibili letture delle condizioni ambientali del territorio, siano utilizzati non per le eventuali “cose” da fare ma con finalità strumentali nei confronti del settore lapideo: una circostanza, questa, che il distretto industriale non si può permettere.